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Tutta la vita in ventiquattr'ore (1943)
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Regia/Director: Carlo Ludovico Bragaglia
Soggetto/Subject: Aldo De Benedetti, Amleto Faiola
Sceneggiatura/Screenplay: Carlo Ludovico Bragaglia, Aldo De Benedetti, Amleto Faiola
Interpreti/Actors: Annette Bach (Maria), Carlo Ninchi (commissario), Andrea Checchi (Giulio), Carlo Campanini (medico condotto), Ada Dondini, Gildo Bocci (padre di Giulio), Elvira Betrone (madre di Giulio), Arturo Bragaglia (don Gervasio), Guido Verdiani, Gianluca Cortese (figlio di Maria)
Fotografia/Photography: Carlo Montuori
Musica/Music: Ezio Carabella
Scene/Scene Design: Piero Filippone
Montaggio/Editing: Fernando Tropea
Produzione/Production: Manenti Film (1933)
Distribuzione/Distribution: Nazionalcine-Manenti
censura: 32046 del 29-10-1943
Trama: Convinto di aver ucciso con un colpo di pistola un suo amico dopo una violenta lite, il giovane Giulio scappa dalla città in cui vive. Profondamente agitato, il ragazzo pensa di essere pedinato da un commissario di polizia prima su un treno e poi su una corriera. Raggiunto il proprio paese, Giulio sente il bisogno di confessare l'omicidio alla polizia. Il commissario cui si rivolge, essendo sul punto di andare in vacanza, decide di accompagnarlo al comando dei carabinieri più vicino. Mentre sono in cammino, il poliziotto viene chiamato per soccorrere un bambino gravemente malato, che presto Giulio scopre essere suo figlio: il piccolo, infatti, è il frutto di una relazione da lui avuta alcuni anni prima con una ragazza del paese. Il commissario, provando compassione per la famiglia appena ritrovatasi, fa in modo che i due si possano sposare, ma poi è costretto ad accompagnare Giulio dai carabinieri. Qui, però, il giovane scopre che in realtà il colpo da lui esploso era andato a vuoto e che il suo amico non è morto. Finalmente sereno e libero, Giulio torna dalla sua nuova famiglia.
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