Milizia territoriale (1935)
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Regia/Director: Mario Bonnard Soggetto/Subject: opera Sceneggiatura/Screenplay: Aldo De Benedetti, Luigi Bonelli, Nunzio Malasomma Interpreti/Actors: Antonio Gandusio (cav. Francesco Orlandi), Leda Gloria (Martina, la vedova), Enrico Viarisio (Gasparri), Maurizio D'Ancora (Guido Reani), Giorgio De Rege (Maffei), Guido De Rege (Trimella), Luigi Almirante (Salvatore Reani), Rosina Anselmi (Erminia, sorella di Francesco), Gemma Bolognesi (Antonietta), Piero Pastore (soldato Grotta), Enzo Gainotti, Loris Gizzi, Mimo Billi Fotografia/Photography: Ferdinando Martini Musica/Music: Giulio Bonnard Scene/Scene Design: Virgilio Marchi Suono/Sound: Untersalmberger Otto [Ewald Otto] Montaggio/Editing: Eraldo Judiconi Produzione/Production: G.A.I. Distribuzione/Distribution: Consorzio Cinematografico EIA censura: 29007 del 25-09-1935 Trama: Il cavalier Francesco Orlandi, un tranquillo impiegato di un calzaturificio, subisce quotidianamente le angherie del principale, dei colleghi e persino della sorella. Quando scoppia la prima guerra mondiale, l'uomo viene richiamato alle armi con il grado di maggiore e la posizione di comando gli consente di ritrovare il coraggio e la fierezza di una volta. Un giorno Orlandi riceve la visita del proprio datore di lavoro, il quale lo prega di tenere presso di sé e proteggere suo figlio, che è stato richiamato alle armi, e gli promette in cambio di nominarlo capo del personale appena la guerra sarà finita. Ma quando, finalmente, il conflitto ha termine, l'industriale non rispetta il patto e il cavaliere è costretto a tornare alla sua vita di sempre, fatta di umiliazioni e soprusi, adesso resi ancora più difficili da sopportare dal vivo ricordo della recente gloria. Finché, improvvisamente, non arriva una popolana che aveva ospitato a casa sua il comando di tappa e che ora chiede l'appoggio di Orlandi per ottenere la liquidazione dell'indennizzo di guerra: la donna restituisce orgoglio e combattività al cavaliere, che trova finalmente la forza di ribellarsi a tutti coloro che lo hanno sempre tormentato. Alla fine, Orlandi abbandona l'ufficio a passo di marcia a braccetto della popolana.
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