Labbra serrate (1942)
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Regia/Director: Mario Mattòli Soggetto/Subject: Mario Mattòli, Stefano Vanzina, Marcello Marchesi, Leo Cattozzo, Aldo De Benedetti Sceneggiatura/Screenplay: Mario Mattòli, Aldo De Benedetti, Stefano Vanzina, Marcello Marchesi, Leo Cattozzo Interpreti/Actors: Annette Bach (contessa Lydia Lasmsky), Fosco Giachetti (avvocato Ruggero D'Anzi), Vera Carmi (Anna Massani), Andrea Checchi (Carlo Massani), Carlo Campanini (avvocato Camillo Pardini), Giulio Donadio (giudice Stefano Massani), Armida Bonocore [Oliva Egli] (Laura Croci/Antonietta Marradi), Armando Migliari (commissario), Tino Scotti (ragionier Francesco Ugoletti), Nino Pavese (direttore del carcere), Loris Gizzi (avvocato difensore di Carlo), Nino Eller (presidente del tribunale), Mario Pucci (medico legale), Amalia Pellegrini (domestica di D'Anzi), Stefano Sibaldi (amico di Pardini), Giulio Panicali (amico di Pardini), Paolo Ferrara (proprietario della latteria), Mario Brizzolari (avvocato di Corte d'Assise), Guido Verdiani (portinaio), Peppino Spadaro (aiutante avvocato difensore), Gina Moneta Cinquini (Rosina), Armando Furlai (amico di Pardini), Pasquale Fasciano (spettatore all'incontro di boxe), Carlo Mariotti (usciere Corte d'Assise) Fotografia/Photography: Anchise Brizzi Musica/Music: Ezio Carabella Suono/Sound: Giovanni Bianchi Montaggio/Editing: Fernando Tropea Produzione/Production: Manenti Film (1933) Distribuzione/Distribution: Nazionalcine censura: 31777 del 12-12-1942 Trama: Innamoratosi di una bella e corteggiatissima sedicente contessa, Carlo, figlio di un onesto giudice della Corte d'Assise, decide di mettersi contro la propria famiglia, contraria alla relazione, per poterle stare accanto. Il fidanzato della sorella di Carlo, avvocato, conosce l'ambiguo passato della donna e cerca, invano, di mettere in guardia il giovane; quindi, va a casa della donna e la obbliga a lasciare la città. Poco tempo dopo la donna viene trovata assassinata nel proprio appartamento e Carlo viene sospettato del delitto. In tribunale il ragazzo non si difende, perché crede che il colpevole sia il cognato, un tempo amante della vittima, che lui stesso aveva visto uscire dall'appartamento della donna il giorno del delitto. Il cognato, che è pubblico ministero nel processo, svolgendo delle indagini riesce però a scoprire il vero assassino, scagionando il ragazzo: la presunta contessa è stata uccisa dalla sorella, stanca delle continue angherie cui veniva sottoposta, prima fra tutte quella di dover interpretare il ruolo di serva della donna. Ormai libero, Carlo torna in famiglia, mentre la sorella e l'avvocato si sposano.
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