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I bambini ci guardano (1943)

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I bambini ci guardano (1943)



Regia/Director: Vittorio De Sica
Sceneggiatura/Screenplay: Cesare Giulio Viola, Margherita Maglione, Cesare Zavattini, Adolfo Franci, Gherardo Gherardi, Vittorio De Sica
Interpreti/Actors: Luciano De Ambrosis (Pricò), Isa Pola (Dina, la madre di Pricò), Giovanna Cigoli (Agnese), Achille Majeroni (cavalier Ponti), Jone Frigerio (nonna di Pricò), Maria Gardena (signora Uberti), Dina Perbellini (zia Berelli), Nicoletta Parodi (Giuliana), Tecla Scarano (signora Resta), Ernesto Calindri (Claudio, lo snob sulla spiaggia), Olinto Cristina (rettore del collegio), Mario Gallina (dottore), Zaira La Fratta (Paolina), Armando Migliari (commendatore), Guido Morisi (Luigi Sbarlani), Adriano Rimoldi (Roberto, amante di Dina), Emilio Cigoli (Andrea, padre di Pricò), Agnese Dubbini (padrona della pensione), Augusto Di Giovanni (fratello di Andrea), Claudia Marti (Dada), Lina Marengo (signora sul treno), Riccardo Fellini (Riccardo), Carlo Ranieri (professore che gioca a bocce), Giovanna Ralli (bambina che gioca ai giardinetti), Luigi A. Garrone (ubriaco sulla spiaggia), Vasco Creti, Aristide Garbini, Gino Viotti, Alfredo Salvatori, Astorre Pederzoli, Rita Livesi, Giulio Alfieri, Cesare Gabrielli (prestigiatore)
Fotografia/Photography: Giuseppe Caracciolo, Romolo Garroni
Musica/Music: Renzo Rossellini
Scene/Scene Design: Amleto Bonetti, Gastone Medin, Guido Fiorini
Montaggio/Editing: Mario Bonotti
Suono/Sound: Tullo Parmeggiani, Bruno Brunacci
Produzione/Production: Scalera Film, Invicta Film
Distribuzione/Distribution: Scalera Film
censura: 32016 del 19-08-1943
Altri titoli: Les enfants nous regardent, The Little Martyr, The Children are Watching Us
Trama: Roma, 1943. Pricò, un bambino di sette anni, è figlio di Nina e di Andrea, un impiegato di banca. Un giorno, mentre gioca col suo monopattino ai giardini pubblici, il ragazzino vede la madre parlare con un uomo: è Roberto, l'amante della donna, e le sta proponendo di fuggire a Genova con lui. Una volta a casa, Pricò si fa promettere dalla mamma che l'indomani torneranno ai giardinetti insieme. Ma la mattina dopo il bambino viene svegliato dal padre e dalla domestica, i quali gli dicono che la madre è partita. Stanca della monotona vita familiare, infatti, Nina è scappata con Roberto. Mentre alcune vicine spettegolano sul pianerottolo, la domestica porta Pricò nel negozio di sartoria della zia materna, che qui riceve un uomo, mentre le ragazze si confidano i loro amori. In seguito, il bambino va a vivere in campagna con la nonna paterna e la sua giovane domestica, che una notte, sotto gli occhi di Pricò, si incontra furtivamente con il proprio spasimante. Andrea riprende con sé il figlio e un giorno questi riceve la visita della madre: pregata dal figlio di restare, la donna torna dal marito che la perdona. Ma, quando va ad Alassio con Pricò per trascorrere le vacanze, Nina rincontra Roberto. Il bambino si accorge che tra la madre e l'uomo c'è un legame e tenta di fuggire per tornare dal padre, ma, dopo aver rischiato di finire sotto un treno, viene fermato dai carabinieri. Una volta a Roma, la madre lo lascia davanti al portone e prosegue in taxi, pronta a una nuova fuga con l'amante. Andrea, non sopportando l'idea di perdere la donna che ama, affida Pricò a un collegio di preti e si uccide. Quando Nina va a trovare il figlio in collegio, questi, ritenendo la madre la causa della rovina della loro famiglia, non la saluta e le volta le spalle. NB: secondo Gremese e il sito Internet della Rivista del Cinematografo la madre di Pricò si chiama Dina e non Nina (Di Giammatteo, Il Castoro)

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