Abuna Messias (1939)
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Regia/Director: Goffredo Alessandrini Soggetto/Subject: V. Callisto Vanzin [V. C. Vanzini], Luigi Bernardi Sceneggiatura/Screenplay: Goffredo Alessandrini, Domenico Meccoli, Vittorio Cottafavi Interpreti/Actors: Camillo Pilotto (cardinal Guglielmo Massaia chiamato Abuna Messias), Mario Ferrari (abuna Atanassio), Enrico Glori (re Menelik), Berclè Zaitù Tarclè (principessa Alem), Micael (Morka), Abd el Uad (capo indigeno Abu Beker), Amedeo Trilli (Ghebrà Selassié, consigliere di Alem), Corrado Racca (conte di Cavour), Ippolito Silvestri (re Johannes), Franz Sala [Francesco Sala] (marchese Antinori), Roberto Pasetti (padre Leone), Enzo Turco Fotografia/Photography: Aldo Tonti, Renato Del Frate, Goffredo Bellisario, Carlo Giordani, Beniamino Fossati Musica/Music: Mario Gaudiosi, Licinio Refice, Licinio Refice Costumi/Costume Design: Carlo Pouchain, Guido Presepi Scene/Scene Design: Carlo Pouchain, Guido Presepi Suono/Sound: Giacomo Pitzorno Montaggio/Editing: Giorgio C. Simonelli Produzione/Production: R.E.F. - Romana Editrice Film Distribuzione/Distribution: Generalcine censura: 30744 del 12-10-1939 Altri titoli: L'apôtre du désert Trama: Dopo aver cercato invano di ottenere l'appoggio del governo piemontese, il cardinale Guglielmo Massaia (1801-1866), detto Abuna Messias, va in Etiopia per la sua seconda missione. Qui il prelato dalla lunga barba bianca, vestito di miseri abiti, svolge la sua opera di apostolato e stringe amicizia con il futuro Negus, il re Menelik. Il capo della chiesa copta, Abuna Atanasio, si appella allora al Negus per ottenere l'espulsione del cardinale. Avendo fallito l'obiettivo, Atanasio ricorre all'imperatore e, dopo poco, scoppia la guerra tra il Negus Neghesti e il vassallo ribelle Menelik. Il conflitto si chiude con un trattato che prevede l'espulsione di Abuna Messias e del cattolicesimo dall'Etiopia. Massaia è quindi costretto ad andarsene, ma lascia dietro di sé un giovane sacerdote indigeno da lui stesso consacrato.
N.B.: Nella versione attuale è stato eliminato un prologo che metteva in parallelo passato e presente attraverso la figura di un missionario che, prima di morire nel 1936 in Abissinia, fece un pellegrinaggio nei luoghi della guerra fra Italia e Etiopia.
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