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Le cose belle (2014)

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Le cose belle (2014)



Regia/Director: Agostino Ferrente, Giovanni Piperno
Interpreti/Actors: Enzo Della Volpe, Fabio Rippa, Adele Serra, Silvana Sorbetti
Fotografia/Photography: Giovanni Piperno
Suono/Sound: Max Gobiet, Daniele Marianello, Marco Saveriano
Montaggio/Editing: Roberta Cruciani, Paolo Petrucci
Produzione/Production: Parallelo 41 Produzioni Coop, Pirata M.C. di Agostino Ferrente, Point Films
Distribuzione/Distribution: Istituto Luce Cinecitt? srl
censura: 108615 del 23-06-2014
Trama: Si dice che il tempo aggiusta tutto? Ma chiss? se il tempo esiste davvero? Forse il tempo ? solo una credenza popolare,una superstizione, una scaramanzia, un trucco, una canzone. Il tempo si passa a immaginare, ad aspettare, e poi, all'improvviso, a ricordare. Ma allora, le cose belle arriveranno? O le cose belle erano prima? La fatica e la bellezza di crescere al Sud in un film dal vero che narra tredici anni di vita. Quella di Adele, Enzo, Fabio e Silvana, raccontati in due momenti fondamentali delle loro esistenze: la prima giovinezza nella Napoli piena di speranza del 1999 e l'inizio dell'et? adulta in quella paralizzata di oggi. Quando nel 1999 Ferrente e Piperno realizzarono Intervista a mia madre, un documentario per Rai Tre che voleva raccontare dei frammenti di adolescenza a Napoli, ai loro quattro protagonisti chiesero come si immaginavano il loro futuro: loro risposero con gli occhi pieni di quella luce speciale che solo a quell'et? possiede chi ancora sogna "le cose belle" e con quell'auto ironia tipica della cultura partenopea che li aiuta a sdrammatizzare, esorcizzare e, spesso, rimuovere gli aspetti problematici della loro vita. Al tempo stesso da quegli occhi traspariva una traccia di scaramantico disincanto. Forse perch? la catastrofe imminente, sempre in agguato nella loro citt?, ? una minaccia - nonch? un alibi - che rende spesso le vite dei napoletani cariche di rassegnazione, e questo Adele, Enzo, Fabio e Silvana lo sapevano, per istinto e per educazione. Dieci anni dopo, passando dalla Napoli del rinascimento culturale, che attirava artisti da tutto il mondo, a quella sommersa dall'immondizia, i registi sono tornati a filmare i loro quattro protagonisti per un arco di tre anni: oggi l'auto-ironia ha ceduto il posto al realismo, e alle "cose belle", Fabio, Enzo, Adele e Silvana non credono pi?. O forse hanno imparato a non cercarle nel futuro o nel passato, ma nell'incerto vivere della loro giornata, nella lotta per un'esistenza, o sarebbe meglio dire, resistenza, difficile ma dignitosa: spesso nuotando controcorrente, talvolta lasciandosi trasportare.
Sinopsys: In Naples, time does't exist. This is a popular belief, a superstition, a good luck charm, a trick, a song. In Naples,you spend your time waiting, and then, all of a sudden, you spend it just remembering. So will the beautiful things arrive? Or have they already happened? We compare four lives in a Naples of 1999 - full of hope, and then today, in a totally paralyzed Naples. "Four Neapolitan youngsters give an insight into the burden of becoming adults: Fabio and Enzo, two twelve year-old boys, still children? And Adele and Silvana, two little women of fourteen? Four gazes full of beauty, sadness, ingenuity, fragility, fear, hope and cynicism. But above all - radiant with that special light, still vivid at that age, as entities still able to dream the beautiful things. But already then, in 1999, when we were filming Intervista a mia madre, a documentary on fragmented adolescents in Naples, our four protagonists were flaunting signs of disenchantment: because catastrophes are always round the corner in their city. It's a threat, if not an alibi, that makes Neapolitan's lives remain immoveable, and yet they were aware of this condition due to their instinct and their education. Ten years and ten mayors later, passing trough a cultural revival that attracted artists from all over the world, trough Gomorra depicted by Saviano, we came back filming them, following our protagonists during an arch of three years: and in 2012, our folks do not believe in beautiful things anymore: maybe they had already shipped by. Or maybe the beautiful things are not to be looked for nor in the future nor in the past, but in that particular present lived with the heart breaking beauty of waiting, of uncertain living day by day, of the struggling for a decent existence: swimming sometimes against the current and sometimes letting oneself go."

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