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Una vita in cambio (2018)

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Una vita in cambio (2018)



Regia/Director: Roberto Mariotti
Soggetto/Subject: Ilaria Jovine, lib isp a Abbi Pietà di B.Malamud
Sceneggiatura/Screenplay: Ilaria Jovine
Interpreti/Actors: Toni Garrani (Gustavo Gentili), Elena Arvigo (Vittoria Neri), Stefano Fresi (Marcello Silvestri), Diego Florio (Francesco Soleri), Claudio Puglisi (Riccardo), Svetlana Kevral (Irina), Maria Cristina Blu (Carla), Simone Mariani (Giulio), Paolo Ricci (Stefano)
Fotografia/Photography: Roberto Mariotti
Musica/Music: Muvi Gruvi
Montaggio/Editing: Roberto Mariotti
Produzione/Production: Own Air
censura: 113480 del 10-07-2018
Trama: Una cittadina di provincia, antiche case in pietra, scorci affacciati su un lago, un unico pub a disposizione dei pochi abitanti, la luce livida dell'inverno: un'atmosfera più simile al nord Europa che all'entroterra romano. Sul battello che quotidianamente solca le acque lacustri, si incontrano due giovani e l'amore è a prima vista: lui è FRANCESCO, 30 anni, membro dell'equipaggio della motonave, lei è VITTORIA, 35 anni, da poco trasferitasi nella cittadina e in cerca di un lavoro e di un alloggio. La storia di FRANCESCO e VTTORIA si delinea a mano a mano che viene rievocata da GUSTAVO, un pensionato benestante di 65 anni, solo, senza moglie, né figli. GUSTAVO vive da sempre nello stesso condominio ed è proprietario anche dell'appartamento in cui i due giovani andranno a vivere, al piano sotto il suo. L'appartamento ora è vuoto e GUSTAVO lo vuole di nuovo affittare. Risponde al suo annuncio, MARCELLO, un uomo corpulento di 40 anni, sfuggente e misterioso nei modi: dice di fare il rappresentante di commercio per una ditta di surgelati, è zoppo dalla nascita e prima di bussare alla porta di GUSTAVO, ha trascorso la notte nella sua vecchia Fiat 131, proprio sotto casa sua. E' mattina presto, GUSTAVO mostra dunque l'appartamento a MARCELLO, ma la visita, esauriti gli argomenti di prassi, si prolunga incredibilmente fino a sera. MARCELLO non sembra interessato all'affitto, bensì ai precedenti inquilini della casa e, domanda dopo domanda, conduce GUSTAVO a rievocare appunto la loro storia, la storia di FRANCESCO e VITTORIA. Una storia tragica, la loro, che ha evidentemente segnato anche GUSTAVO. I primi mesi della loro convivenza scorrono felici e sereni, il loro amore è un ballo lento, sulle note di "The house of the rising sun", la canzone che VITTORIA ascoltava il giorno del loro primo incontro. VITTORIA ha un carattere chiuso e diffidente, nasconde ferite segrete, ma Francesco, solare ed entusiasta, è riuscito a vincere le sue difese. Dormono abbracciati e ogni mattina attraversano il lago insieme: VITTORIA ha trovato lavoro in un piccolo ristorante, gestito da sole donne, sulla riva opposta del lago, e FRANCESCO, ora che tra i passeggeri c'è la sua amata, è sempre più orgoglioso della "sua" motonave e di quel lago che lui vede come un oceano. La favola però dura pochi mesi e una notte di Capodanno FRANCESCO improvvisamente muore. "Gli si rompe qualcosa dentro" racconta GUSTAVO a MARCELLO, mostrando un'indifferenza che è solo apparente. FRANCESCO è morto davanti ai suoi occhi: i due giovani erano passati a salutarlo per fargli gli auguri di buon anno. GUSTAVO aveva ospiti in casa, la musica suonava forte e fuori esplodevano i fuochi d'artificio, ma non è per il frastuono della festa che GUSTAVO sembra non udire le urla strazianti di VITTORIA. GUSTAVO guarda paralizzato quella morte in diretta, inerme di fronte a quella giovane donna che tiene tra le braccia il corpo del proprio uomo, come fosse la Madonna di una Pietà. Quella notte si rompe qualcosa anche dentro GUSTAVO e con quella tragica morte inizia l'ossessione che ancora lo perseguita. L'ossessione di GUSTAVO si chiama VITTORIA, ovvero la sola persona che per una volta aveva avuto bisogno di lui e che lui non ha aiutato. GUSTAVO non ne è consapevole, ma la propria glaciale immobilità, di fronte alle grida d'aiuto di VITTORIA, mette in evidenza l'aridità del suo vivere, così assolutamente privo di rapporti umani. Passano i giorni e l'angoscia dell'anziano si aggrava di un ulteriore ed inconfessato senso di colpa: FRANCESCO, visti i tempi di crisi e la precarietà delle loro entrate, aveva provato a chiedergli di abbassare il canone d'affitto e GUSTAVO, di nuovo, era rimasto impassibile e aveva negato il suo aiuto. Questi i tormenti che in sordina agitano il suo cuore e rendono insonni le sue notti: GUSTAVO cammina da solo nel buio della cittadina deserta, sprofondando nell'intricato labirinto dei suoi vicoli. Non lo sa, ma è VITTORIA che cerca o insegue. GUSTAVO vuole riscattare la sua colpa, "pagare" per liberarsi dell'inquietudine che lo attanaglia: per lui è solo una questione di soldi e a VITTORIA, sola, con il cuore spezzato, un lavoro precario e un affitto da pagare proprio a lui, sa offrire solo soldi. VITTORIA, dal canto suo, non può che rifiutare le inopportune e sempre più insistenti offerte di quel vecchio solo: GUSTAVO non è un amico, non esistono gli amici per VITTORIA, esistono solo persone egoiste e indifferenti o persone che se ti aiutano è perché vogliono poi controllarti. Vogliono la tua vita in cambio. Precipitata in una disperazione che, sotto l'assedio morboso di GUSTAVO, si fa sempre più delirante, VITTORIA resiste ad ogni offerta dell'uomo, anche quando le sue proposte potrebbero in effetti risolvergli ogni problema economico. GUSTAVO arriva a fare testamento, a lasciare a lei ogni suo avere e non contento, si fa trovare in casa di VITTORIA pronto a suicidarsi per rendere immediato il suo lascito. Di fronte a questo gesto, il limite per VITTORIA si fa colmo e per difendere la propria libertà e mantenere il controllo della propria vita, è con la vita che paga la propria libertà e grida l'ennesimo rifiuto. Scolatosi l'ultimo goccio di una vecchia bottiglia di whisky, il racconto di GUSTAVO arriva così alla sua conclusione: il rappresentante di surgelati è ancora lì, seduto davanti a lui, ha finito di rollare la sua ennesima sigaretta, ha ascoltato tutta la storia e ora dice di voler andare via. GUSTAVO non ci sta, non vuole rimanere solo in quella casa e con quella storia che sembra ancora abitarla; cerca di fermare quello strano sconosciuto e i due arrivano alle mani. MARCELLO inchioda il vecchio al suo verdetto, ma GUSTAVO rifiuta la sentenza e la sua rabbia e la sua natura esplodono nell'imprecazione: VITTORIA era solo una puttana qualsiasi e ormai è morta e basta. Nel piccolo appartamentino disabitato torna improvvisamente il buio, non ci sono tracce né di sigarette, né di bottiglie, né di alcun altra presenza oltre quella di GUSTAVO. Il vecchio si precipita alla finestra e nessuna Fiat 131 è parcheggiata sotto la sua casa.

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