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Zio Vania di Anton Cechov (1991)

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Zio Vania di Anton Cechov (1991)

Uncle Vania



Regia/Director: Antonio Salines
Sceneggiatura/Screenplay: Roberto Lerici
Interpreti/Actors: Antonio Salines (zio Vania), Marina Giulia Cavalli (Elena), Luciano Bartoli (dottor Astrov), José Quaglio (professor Alessandro), Francesca Bianco (Sonia), Gastone Pescucci (Teleghin), Gioietta Gentile (Maria Vassileievna), Donatella Ceccarello (Marina)
Fotografia/Photography: Luca Santini
Musica/Music: Enrico Salines
Costumi/Costume Design: Fabrizio M. Garzi
Scene/Scene Design: Fabrizio M. Garzi
Montaggio/Editing: Franco Letti
Suono/Sound: Carla Di Palma
Produzione/Production: Centro Culturale G. Belli
censura: 86970 del 19-09-1991
Altri titoli: Uncle Vania
Trama: Il film è ispirato ad una delle maggiori opere di Cechov e, pur nella sua libera trasposizione cinematografica, mantiene lo spirito dell'opera originaria, con una aderenza così ispirata nella reinvenzione della sceneggiatura, nella direzione registica e nella intensità della recitazione, da restituire quasi potenziate le emozioni tenere e violente dell'opera. La chiave di lettura del film è data dalla lieve cornice che inquadra la rappresentazione. Un attore di oggi, per prepararsi ad interpretare la mitica parte dello Zio Vania, si ritira in una casa di campagna un po' cadente molto isolata e circondata da immensi alberi, e subito la magia del luogo, unita all'intensità della concentrazione, fa scaturire i personaggi della sua immaginazione, cosi che, in abiti ottocenteschi cominciano a popolare il qiardino e le stanze della villa. Zio Vania si confonde davanti alla realtà della finzione lasciando che i sentimenti personali, il quotidiano minuziosamente rievocato diventino quell'illusione teatrale che si può perfettamente proporre come vero cinema.
Sinopsys: Inspired by one of Chekhov's greatest plays, this freely adapted screen version faithfully maintains the spirit of the original work. In its bold direction, intelligent reinvention of the drama and in the intensity of the performances, the film could almost be said to heighten the emotions-both tender and violent-of the play. "Uncle Vanya" is a film of enormous relevance today. Focusing on the problem of the destruction of the forests, which was already foreseen at the end of the 1 9th century by Chekhov the story presents the figure of Doctor Astrov as an inevitable component in the destruction of the human conscience. Central to the story is the beautiful Elena, the woman who disrupts the everyday tranquillity of the other characters, giving rise to the catastrophic realization of their own private failures. Her melancholy indolence inspires late loves, impossible hopes and unthinkable reveries. These desperate desires, personified by Uncle Vanya and his niece Sonia, are interwoven with the explosively conflicting interests of Elena's husband, the old professor. He is indifferent to the lives being consumed around him in silence and in an obscure sense of devotion to property; in this case a crumbling villa set among the fields and forests of a region stricken by poverty and ignorance.

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