Vajont (2001)
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Regia/Director: Renzo Martinelli Soggetto/Subject: Renzo Martinelli, Pietro Calderoni Sceneggiatura/Screenplay: Renzo Martinelli, Pietro Calderoni Interpreti/Actors: Michel Serrault, Daniel Auteuil, Laura Morante, Jorge Perugorria, Leo Gullotta, Anita Caprioli, Bruno Bilotta, Francois Montagut, Christophe J. Bretigniere, Claudio Giombi, Eleonora Martinelli, Federica Martinelli, Maurizio Trombini, Paco Reconti, Massimo Sarchielli, Philippe Leroy, Massimo Vanni, Antonio Fabbri, Pietro Ghislandi, Nicola Di Pinto Fotografia/Photography: Blasco Giurato Musica/Music: Francesco Sartori Costumi/Costume Design: Luigi Bonanno Scene/Scene Design: Francesco Frigeri Montaggio/Editing: Massimo Quaglia Produzione/Production: Martinelli Film Company International, Rai Cinema, Comune di Vajont, SDP Film, Parigi, Les Productions Bagheera, Parigi, Canal + Distribuzione/Distribution: Istituto Luce S.p.A. Vendite all'estero/Sales abroad: Mercure Distribution censura: 95716 del 09-10-2001 Trama: 9 ottobre 1963, ore 22,39. Dal Monte Toc, dietro la diga del Vajont, si staccano 260 milioni di metri cubi di roccia, che si riversano nel lago artificiale. Un'onda alta 250 metri si innalza oltre la diga. 50 milioni di metri cubi d'acqua si sollevano verso il cielo come un gigantesco fungo liquido che ripiomba nella valle spazzando via Longarone e gli altri paesi sottostanti. Muoiono più di 2000 persone. Ma quella catastrofe non fu una fatalità, bensì un'apocalisse annunciata e verificatasi per il volere degli uomini. A lavori avviati si scopre infatti che nel monte che sovrasta la diga vi è una grossa spaccatura, che potrebbe causare una grandissima frana. Ma nonostante la denuncia della popolazione e della stampa la diga viene ultimata con tutto ciò che ne consegue. Sinopsys: Ten thirty-nine p.m., on the ninth of October, 1963. Two hundred and sixty million cubic metres of rock fall from Mount Toc, behind the Vajont dam, into the artificial lake. A two hundred and fifty metre wave rises beyond the dam. Fifty million cubic metres of water rise into the sky like a giant liquid mushroom and then crash down into the valley, and wash away Longarone and other villages. More than two thousand people die. However, the catastrophe was not a natural disaster, but a heralded and man-made apocalypse. Indeed, after work on the dam had started, a large crack in the mountain overlooking the dam was found that could have caused a landslide. Despite protests by the local population and the press, the dam was completed with the tragic consequences that followed. |
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