Io sono il Capataz (1951)
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Regia/Director: Giorgio C. Simonelli Soggetto/Subject: Cesare Rivelli Sceneggiatura/Screenplay: Vittorio Metz, Marcello Marchesi, Agenore Incrocci [Age], Furio Scarpelli Interpreti/Actors: Renato Rascel (Uguccion/Rascelito Villa), Silvana Pampanini (Rosa de Fuego), Virgilio Riento (guardiano), Marilyn Buferd (Moira), Luigi Pavese (Erasmo), Vittorio Duse (Puchero), Nino Crisman (Gonzales), Alberto Sorrentino, Bruno Corelli (sarto francese), Mario Volpicelli, Mario Pisu (Hurtado), Kiki Urbani (danzatrice bianca), Vickie Henderson (danzatrice creola), Sophia Loren [Sophia Lazzaro] (segretaria del dittatore), Oscar Andriani, Attilio Torelli, Giulio Donnini, Riccardo Foti, Franco Jamonte, Dale Arden, Rina Dei, Giovanni Onorato, Franco Pesce, Giulio Battiferri, Guglielmo Leoncini, Arnaldo Mochetti, Corrado Nardi, Amalia Pellegrini, Guido Morisi, Angelo Dessy, Armando Furlai, Carlo Delle Piane, Bruno Smith, Giovanni Petti, Adriano Ambrogi, Claude Marchant, Maria Piazzai Fotografia/Photography: Tonino Delli Colli Musica/Music: Felice Montagnini Costumi/Costume Design: Maria De Matteis Scene/Scene Design: Arrigo Equini Montaggio/Editing: Elsa Dubbini Produzione/Production: Jolly Film Distribuzione/Distribution: Jolly Film censura: 9416 del 16-02-1951 Altri titoli: Le retour de Pancho Villa, Ritorna il Capataz Trama: Uguccione non riesce a trovare un lavoro a causa della sua bassa statura. Un giorno, in seguito ad un equivoco, è scambiato per il famigerato C6, pericoloso agente rivoluzionario, e subito trasportato in aereo, insieme all'amico Erasmo, nello stato sudamericano del Parazuela. Qui Uguccione prende il nome di Rascelito Villa, assume il comando delle truppe rivoluzionarie, occupa la capitale e si proclama dittatore. In realtà Rascelito è solo un fantoccio nelle mani dei ministri che governano con metodi terroristici. Crede di essere adorato dal popolo, ma ben presto si accorge della vera situazione: la gente lo odia, mentre i ribelli, capeggiati dalla bella Rosa de Fuego, tramano per ucciderlo. Per salvarlo, Erasmo fa credere che sotto il nome di Rascelito si nasconde in realtà il fratello gemello Pancho, venuto a uccidere il vero tiranno. Uguccione deve a questo punto impersonare entrambi: imprigionato sotto il nome di Pancho, tramite un passaggio segreto va dalla cella alle stanze del palazzo dove riprende il nome di Rascelito, e viceversa. Come Pancho, si mette a capo degli insorti, entra nel palazzo governativo, arresta i ministri e finge di uccidere Rascelito, colpendo in realtà un manichino. Acclamato come liberatore, Pancho rinuncia al potere per vivere accanto all'amata Rosa de Fuego.
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