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Santo disonore (1950)

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Santo disonore (1950)



Regia/Director: Guido Brignone
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Gaspare Cataldo, Guido Brignone, Alberto Vecchietti
Interpreti/Actors: Antonio Vilar (Pietro Forcella), Elli Parvo (Amalia), Otello Toso (Alfredo), Giovanna Scotto (Barbara, madre di Pietro), Nada Fiorelli (Maria Biagi), Checco Durante (sor Checco), Agostino Salvietti (don Peppe, il prete), Carlo Tamberlani (conte Rinaldi), Aristide Garbini (Gaetano, padre di Pietro), Loris Gizzi (avvocato difenzore), Dina Romano (Nunziata), Erminio Spalla (sor Oreste), Armando Migliari (presidente del tribunale), Oreste Fares (Giacomo), Aristide Baghetti (direttore carcere), Gustavo Serena, Giulio Battiferri (Sivieri), Aldo Gorga (Cataldi), Nino Marchesini (avvocato dell'accusa), Vittorio Kramer (giudice istruttore), Olinto Cristina (vescovo), Gustavo Serena (notaio Blasucci), Ada Colangeli (popolana), Anita Durante (popolana al processo), Amalia Pellegrini (popolana al processo)
Fotografia/Photography: Augusto Tiezzi
Musica/Music: Ezio Carabella
Costumi/Costume Design: Maria Baronj
Scene/Scene Design: Guido Fiorini [Guido Fiorini Vecchi]
Suono/Sound: Giovanni Rossi
Montaggio/Editing: Fernando Tropea
Produzione/Production: Romana Film
Distribuzione/Distribution: Romana Film
censura: 7474 del 21-03-1950
Trama: Roma, prima del 1870. Il giovane Pietro Forcella fa parte di un gruppo di patrioti che preparano l'insurrezione. Suo padre è un sediario del papa. A causa delle opposte idee politiche, i due discutono spesso, anche aspramente. Una notte, dopo l'ennesimo violento scambio di parole, Pietro si assenta per incontrare di nascosto i patrioti. Nelle stesse ore il padre viene ucciso, nella cantina, pugnalato con il coltello di Pietro. La mattina dopo il giovane viene arrestato con l'accusa di parricidio, dalla quale però non può difendersi perché dovrebbe rivelare la missione segreta di quella notte. I suoi amici cercano di contrastare l'accusa. Una donna, sollecitata da Alfredo, intimo amico del patriota, cerca di salvare Pietro dichiarando che ha passato la notte con lui. Ma la posizione del giovane è critica: per salvarlo dalla condanna a morte, la madre afferma il falso, svelando che Pietro non è figlio dell'ucciso. La corte lo condanna a trent'anni ma Pietro fugge e si nasconde nel castello di un congiurato. Si scopre il vero assassino: è Alfredo, il quale era stato scoperto dal Forcella nella cantina della sua casa, dove si era introdotto per rubare documenti segreti con i quali denunciare i patrioti.

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