Ladri di biciclette (1948)
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Regia/Director: Vittorio De Sica Soggetto/Subject: Cesare Zavattini, opera Sceneggiatura/Screenplay: Oreste Biancoli, Cesare Zavattini, Suso Cecchi D'Amico, Adolfo Franci, Gherardo Gherardi, Vittorio De Sica, Gerardo Guerrieri Interpreti/Actors: Lamberto Maggiorani (Antonio Ricci), Enzo Stajola (Bruno, suo figlio), Lianella Carell (Maria Ricci), Elena Altieri (patronessa), Gino Saltamerenda (Baiocco), Vittorio Antonucci (ladro), Giulio Chiari (attacchino), Michele Sakara (segretario alla beneficenza), Fausto Guerzoni (filodrammatico), Carlo Jachino (mendicante), Massimo Randisi (ragazzetto borghese in trattoria), Ida Bracci Dorati ("santona"), Peppino Spadaro (brigadiere), Memmo Carotenuto, Nando Bruno, Mario Meniconi (Meniconi, lo spazzino), Checco Rissone (vigile in Piazza Vittorio), Giulio Battiferri (cittadino che difende il vero ladro), Sergio Leone (seminarista), Emma Druetti, Giovanni Corporale, Eolo Capritti, Spoletini Fotografia/Photography: Carlo Montuori Musica/Music: Alessandro Cicognini Scene/Scene Design: Antonino Traverso Montaggio/Editing: Eraldo Judiconi [Eraldo Da Roma] Suono/Sound: Bruno Brunacci Produzione/Production: Produzioni De Sica censura: 4836 del 22-11-1948 Altri titoli: Bicycle Thieves, Le voleur de bicyclette, The Bicycle Thief, Ladrón de bicicletas, Fahrraddiebe Trama: Roma, secondo dopoguerra. Antonio Ricci è un operaio disoccupato ormai da due anni. Un giorno l'uomo ha la possibilità di diventare un attacchino municipale, ma ha assolutamente bisogno di una bicicletta e la sua si trova al monte di pietà. La moglie corre in suo aiuto: impegnate le lenzuola, riscatta la bicicletta. Antonio può finalmente cominciare il suo nuovo lavoro. Dopo poco, però, mentre sta incollando un manifesto cinematografico, egli subisce il furto della preziosa bicicletta. Il tentativo di inseguire il ladro è inutile e, disperato, Antonio torna a casa. Andato a denunciare il furto al Commissariato, il pover'uomo si sente dire che le speranze di trovare il ladro sono pressoché nulle. All'infuori di un suo amico spazzino, nessuno si preoccupa del suo dramma. Insieme al figlioletto di sei anni, Bruno, che fa il garzone presso un benzinaio, Antonio comincia a vagare per la città, cercando disperatamente la sua bicicletta presso i vari rivenditori. A un certo punto, l'uomo vede il ladro e si mette a inseguirlo. È domenica e, sulle tracce del malvivente, padre e figlio attraversano tutta la città: una chiesa, una trattoria, una casa di appuntamenti, quindi lo squallido appartamento del ladro. Ma tutti i tentativi fatti da Antonio per riavere quello che è suo falliscono: ovunque, egli incontra indifferenza e ostilità. Spinto dalla necessità di lavorare, l'uomo decide allora di rubare una bicicletta lasciata incustodita fuori lo stadio. Ma viene subito scoperto e raggiunto dal proprietario, quindi picchiato sotto gli occhi del figlio. Adesso rischia di finire in carcere. Lo salvano le lacrime del piccolo Bruno, che commuovono tutti i presenti: Antonio viene lasciato andare. Quindi, stanchi e disperati, padre e figlio tornano a casa piangendo. Per fargli coraggio, Bruno prende il padre per mano.
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