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Il mondo vuole così (1945)

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Il mondo vuole così (1945)



Regia/Director: Giorgio Bianchi
Soggetto/Subject: Cesare Zavattini, opera
Sceneggiatura/Screenplay: Cesare Zavattini, Aldo De Benedetti
Interpreti/Actors: Clara Calamai (Carla, moglie di Paolo), Vittorio De Sica (Paolo Morelli), Lauro Gazzolo (direttore banca), Massimo Serato (Alberto Varini figlio del direttore di banca), Carlo Romano, Enrico Glori, Enzo Biliotti, Loris Gizzi, Marina Doge, Lia Orlandini, Dina Romano, Adele Mosso, Luciano Mondolfo, Paola Sandri, Flavia Palumbo, Annibale Betrone, Cesare Bettarini, Augusto Marcacci, Amilcare Pettinelli, Alfredo Martinelli, Giuseppe Pierozzi, Augusto Mastrantoni, Lia Bianchi
Fotografia/Photography: Arturo Gallea
Musica/Music: Gino Filippini, Giovanni D'Anzi
Scene/Scene Design: Piero Filippone
Montaggio/Editing: Mario Bonotti
Suono/Sound: Eraldo Giordani
Produzione/Production: Aurea Film, Excelsa Film
Distribuzione/Distribution: S.AN.GRA.F.
censura: 143 del 15-12-1945
Altri titoli: Le monde est comme ça
Trama: Il giorno dell'anniversario del proprio matrimonio è un po' triste per il rag. Paolo Morelli, che vive con la moglie un po' bisbetica Carla, con il turbolento figlioletto Peppino e con i suoceri: il Colonnello, appassionato di caccia alle quaglie, e l'autoritaria Eugenia. Nella banca dove lavora è alle prese con un burbero direttore e con le attenzioni di una collega, Eleonora, che ha un debole per lui; in compenso il figlio del direttore, Alberto Varini, corteggia insistestemente Carla. La sera, durante i preparativi per la festa dell'anniversario in casa Morelli, l'arrivo di una lettera anonima rende ancora più tesi i rapporti tra Paolo e la moglie; poi la situazione precipita con l'arrivo del direttore con la polizia: Paolo viene accusato di aver sottratto alla banca tre milioni, finisce in prigione e viene poi condannato a otto anni. Quattro anni dopo, liberato da un'amnistia, Paolo trova una benevola accoglienza in paese e dai familiari: tutti ora lo credono ricco. Scopre poi che in realtà il furto era stato commesso dal figlio del direttore, e per riparare al mal fatto quest'ultimo lo reintegra nel posto di lavoro, facendo sapere che ha restituito i milioni rubati. Tornato a essere trattato come uno qualsiasi, Paolo si ribella: sottrae alla banca la somma corrispondente agli anni che ha trascorso in carcere e fugge con la moglie verso una nuova vita.

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