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Frine cortigiana d'Oriente (1953)

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Frine cortigiana d'Oriente (1953)



Regia/Director: Mario Bonnard
Soggetto/Subject: Nicola Manzari
Sceneggiatura/Screenplay: Bruno Baratti, Cesare Vico Lodovici, Ivo Perilli, Nicola Manzari, Mario Bonnard, Sergio Leone
Interpreti/Actors: Elena Kleus (Afra, poi Frine), Pierre Cressoy (Iperide), Giulio Donnini (Lamaco), Tamara Lees (Criside), Roldano Lupi (Prassitale), John Kitzmiller (Nabus, lo schiavo muto), Lamberto Picasso (Titteca, il gioielliere), Barbara Berg (Ate), Franco Silva (Claus), José Jaspe (Crosio, mercante di schiave), Carlo Tamberlani (Assirione), Nico Pepe (dignitario), Gian Paolo Rosmino [Giampaolo Rosmino] (Taulete), Charles Fawcett [Charles Fernley Fawcett] (re Arconte), Vittorio Duse (ufficiale che trova la collana), Edda Soligo (Cleo, moglie di Assirione), Enzo Biliotti (Macio), Bruna Corrà (Telesilla), Cesare Vieri, Fanny Landini (seconda schiava), Lilia Landi (Diala), Cesare Fantoni (giudice accusatore), Armando Furlai, Mariolina Bovo (prima schiava), Serena Michelotti (cortigiana), Bianca Maria Cerasoli (altra cortigiana), Ettore Jannetti, Edmea Lisi, Manno De Guidi, Vincenzo Milazzo, Marisa Ciampaglia (ballerina), Lilly Marchisio, Daniela Spallotta, Elide Costello, Franca Tamantini (schiava di Frine), Mirella Bonini (Melita), Arianne Dhay (danzatrice), Mino Doro (Osco), Lucio De Santis (profugo di Tebe), Luigi Pavese (guerriero), Walter Zappolini (ballerino), Kollner (altro ballerino), Armando Annuale (anziano profugo di Tebe), Luisella Boni (Touni)
Fotografia/Photography: Mario Albertelli
Musica/Music: Giulio Bonnard
Costumi/Costume Design: Vittorio Nino Novarese, Enzo Bulgarelli
Montaggio/Editing: Nella Nannuzzi
Suono/Sound: Bruno Francisci, Bruno Moreal
Produzione/Production: Produzione Alberto Manca, Zeus Film
Distribuzione/Distribution: Zeus Film
censura: 15421 del 18-11-1953
Altri titoli: Frine, Sklavin der Liebe
Trama: Scampata al rogo di Tebe, dove muoiono i suoi genitori, la bella Afra viene catturata, portata a Atene e qui venduta come schiava. Il suo unico desiderio, ricostruire le mura tebane. Per accumulare il denaro sufficiente non esita a farsi cortigiana. Per dispetto, assume il nome di Frine, rospo, mentre la sua straordinaria bellezza la rende famosa tra gli ateniesi. Molti la vogliono e sono disposti per lei a spendere ingenti ricchezze. Fra loro un giovane giurista, Iperide, che se ne innamora al punto da volerla sposare. Ma Frine, fedele al suo proposito, rifiuta e continua a fare la cortigiana. Ottenuto abbastanza denaro per ricostruire le mura di quella che un tempo fu la sua città, la fanciulla lo offre in dono a patto che una targa ricordi l'oblazione, ma non le viene concesso. Allora si finge posseduta da Venere per indurre gli ateniesi a accettare le condizioni della sua offerta. Scoperta, sta per essere condannata a morte per sacrilegio, ma l'intervento di Iperide la salva. Grazie al suo intervento, cominciano i lavori per ricostruire le mura di Tebe e finalmente Frine accetta di sposare Iperide.

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