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Il prefetto di ferro (1977)

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Il prefetto di ferro (1977)



Regia/Director: Pasquale Squitieri
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Pasquale Squitieri, Arrigo Petacco
Interpreti/Actors: Giuliano Gemma (prefetto Cesare Mori), Claudia Cardinale (Anna Turrini), Stefano Satta Flores (Spanò, maggiore dei C. C.), Rossella Rusconi (Angela Mori), Rick Battaglia (Antonio Capecelatro), Francisco Rabal (brigante albanese), Massimo Mollica (Paternò), Lina Sastri, Enzo Fisichella (on. Galli), Salvatore Billa (Francescopino, capo dei "picciotti"), Benito Artesi, Giovanni Anzellotti, Loris Bazzocchi (contadino ucciso), Giulio Donnini (notaio), Vesperano I. D'Amico, Mario Granato (gerarca oratore), Franco Fantasia (colonnello dei C.C.), Marcello Filotico, Enzo Fiermonte (Carmelo Lo Schiavo), Pietro Fumelli, Luigi Montini, Paul Müller (medico provinciale), Enrico Maisto, Antonio Orlando (pastorello), Vittorio Duse (capostazione), Dino Mele (milite piantone in prefettura)
Fotografia/Photography: Silvano Ippoliti
Musica/Music: Ennio Morricone
Costumi/Costume Design: Giancarlo Bartolini Salimbeni
Scene/Scene Design: Giancarlo Bartolini Salimbeni
Montaggio/Editing: Ruggero Mastroianni
Suono/Sound: Bruno Brunacci
Produzione/Production: Rizzoli Film
Distribuzione/Distribution: Cineriz
censura: 70859 del 22-09-1977
Altri titoli: L'affaire Mori, Der Eiserne Präfekt
Trama: 1925; il Commissario di polizia Cesare Mori, viene nominato "Prefetto" della Sicilia. In compagnia del maggiore Spanò, uno dei suoi più fidati collaboratori, si reca ad Alcamo dove sfida e uccide in duello il capo mafia locale don Antonio Capacelato. Altri mafiosi cadono subito nella rete, ma sono ancora piccole vittorie. Decide allora di attaccare a fondo. Il paese di Gangi, la roccaforte e rifugio sicuro dei briganti si sveglia un mattino accerchiato dall'esercito e dai carabinieri al comando di Mori. La repressione invade tutta l'isola e migliaia di mafiosi sono condannati al confino e al penitenziario. Il 1926 è l'anno più esaltante della vita di Mori. In Italia la sua popolarità è inferiore soltanto a quella di Mussolini. Ma quando egli tenterà di svelare la complicità tra mafia e potere politico e quando tenterà di incriminare dei personaggi, intoccabili solo perché fascisti, il 22 dicembre, con un brevissimo telegramma, Mussolini gli annuncia il collocamento a riposo per anzianità con decorrenza immediata.

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