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Un uomo, una città (1974) 
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 Regia/Director: Romolo Guerrieri
 Soggetto/Subject: opera
 Sceneggiatura/Screenplay: Mino Roli, Nico Ducci
 Interpreti/Actors: Enrico Maria Salerno (commissario Michele Parrino), Françoise Fabian (Cristina Cournier), Paola Quattrini (Anna), Luciano Salce (Paolo Ferrero), Gipo Farassino (maresciallo Olinto Polito), Monica Monet (Luisa Crami), Tino Scotti (cavalier Battista), Bruno Zanin (Sergio), Maria D'Incoronato (Maria), Raffaele Curi (Franco), Francesco Ferracini (agente Balistrieri), Carlo Paolo Puri (Vittorio Garotti), Loris Bazzocchi (Lo Curci, padre del suicida), Vittorio Duse (agente Ragusa), Attilio Dottesio (medico della polizia scientifica), Antonino Faà Di Bruno (col. Peretti), Anna Campori, Orazio Stracuzzi, Carla Mancini, Igino Bonazzi, Maria Grazia Bosco, Pio Buscaglione, Gianni Cagnazzo, Antonio Cardullo, Bernardino Emanuelli, Gianni Mantesi, Bob Marchese, Cinzia Romanazzi, Angelo Sacco, Gino Sovilla, Orazio Stracuzzi, Giuseppe Tammaro, Paulin (posteggiatore del Caffè), Egidio Irato
 Fotografia/Photography: Aldo Giordani
 Musica/Music: Carlo Rustichelli
 Costumi/Costume Design: Andrea Zani
 Scene/Scene Design: Eugenio Liverani
 Montaggio/Editing: Antonio Siciliano
 Suono/Sound: Ettore Cappa
 Produzione/Production: Goriz Film
 Distribuzione/Distribution: Cineriz
 censura: 65430 del 23-10-1974
 Trama: Michele Grimaldi è un commissario di polizia diverso dai soliti: inflessibile ma comprensivo, onesto, ricco di cultura e umanità. Agisce in una città, Torino, che è un drammatico crogiolo di contraddizioni sociali, di alienazione operaia, di corsa al benessere, di delinquenza organizzata.
Una serie di episodi tutti drammatici e tutti inseriti in un particolare contesto sociale mettono a dura prova la resistenza di Michele, la cui stessa vita privata conosce una crisi decisiva: il rapporto sentimentale che lo lega ad Anna va spegnendosi malinconicamente, mentre in lui nasce un'attrazione verso Cristina, la madre di un giovane coinvolto nell'assassinio di una ragazza sedicenne e in un traffico di droga.
Ma l'ambiente in cui vive, e quelli con cui deve entrare continuamente in contatto, sono marci. Stanco, avvilito, amareggiato, Michele abbandona la lotta: adducendo ragioni di salute e si dimette dalla polizia e si ritira nel paesello pugliese da cui un giorno era partito pieno di speranze e di fervidi propositi.
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