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Rappresaglia (1973)

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Rappresaglia (1973)



Regia/Director: George Pan Cosmatos
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: George Pan Cosmatos, Robert Katz
Interpreti/Actors: Richard Burton (colonnello Herbert Kappler), Leo McKern (Maelzer, generale delle SS), John Steiner (colonnello Dollmann), Robert Harris (padre Pancrazio), Marcello Mastroianni (padre Pietro Antonelli), Delia Boccardo (Elena), Giancarlo Prete (Paolo), Renzo Montagnani (questore Pietro Caruso), Guidarino Guidi (Buffarini-Guidi), Anthony Steel (ufficiale tedesco), Renzo Palmer (capo partigiano), Jacques Herlin (Giovanni), Duilio Del Prete (partigiano interrogato da Kappler), Nazzareno Natale (partigiano con occhiali a via Rasella), Adolfo Lastretti (fascista in via Rasella), Carlos De Carvalho, Anthony Dawson, Douglas Hare, Alain Gérard, Luigi Antonio Guerra, Fiore Altoviti, Ugo Cardea, Gustavo De Nardo, Luca Bonicalzi, Giuliano Petrelli
Fotografia/Photography: Marcello Gatti
Musica/Music: Ennio Morricone
Costumi/Costume Design: Gaia Romanini
Scene/Scene Design: Arrigo Equini
Montaggio/Editing: Françoise Bonnot, Roberto Silvi
Suono/Sound: Carlo Palmieri
Produzione/Production: Compagnia Cinematografica Champion, Films Concordia, Paris
Distribuzione/Distribution: P.A.C
censura: 62810 del 11-07-1973
Altri titoli: Massacre in Rome, Massacre in Rome, S.S. Représailles, Tödlicher Irrtum
Trama: Roma, marzo 1944. In un'azione partigiana vengono uccisi in via Rasella dei soldati tedeschi. Due degli attentatori, Paolo ed Elena, si rifugiano all'Istituto del Restauro e si confidano con il direttore, che è un sacerdote. Don Pietro, per scongiurare la sicura rappresaglia, decide di recarsi a via Tasso per parlare al colonnello Kappler, con il quale ha giù avuto molti contatti per ragioni del suo ufficio. Kappler spiega pacatamente a don Pietro che a lui non interessa tanto avere in mano gli attentatori quanto dare una lezione a tutta la cittadinanza romana. D'altro canto, egli è poco più di un burocrate, ed eseguirà gli ordini che verranno da Berlino. E l'ordine arriva, terribile: 320 romani saranno passati per le armi. Don Pietro, disperato, fa intervenire il suo Padre Generale perché avverta il Vaticano. "Se il Papa saprà - dice - si muoverà". Ma la missione del Padre Generale è infruttuosa: la mattina dopo è lo stesso Kappler a leggergli, con cinica freddezza, il testo di una generica nota di deplorazione che l'Osservatore Romano pubblicherà a cose fatte, cioè dopo l'esecuzione. Inorridito, don Pietro corre alle Fosse Ardeatine dove, sotto gli occhi di Kappler, morrà anche lui in una suprema affermazione di amore e sacrificio.

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