L'altra faccia del padrino (1973)
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Regia/Director: Francesco Prosperi [Franco Prosperi] Soggetto/Subject: Bruno Corbucci, Mario Amendola Sceneggiatura/Screenplay: Bruno Corbucci, Mario Amendola, Roberto Gianviti, Francesco Prosperi [Franco Prosperi] Interpreti/Actors: Alighiero Noschese (Don Vito Monreale / Nick Boglione il padrino), Raymond Bussières (don Gennaro Magliulo), Haydée Politoff (Angelica), Elena Fiore (Carmela moglie di Vito Monreale), Lino Banfi (Rocky Canosa), Romano Puppo (Joe scagnozzo di don Vito Monreale), Lenny Montana (Saro), Claudio Ruffini (Tonu Lo Cascio), Goffredo Unger (Al Baccalone), Geraldo Martelli (Bob Zafferano), Minnie Minoprio (Bonnie Star), Guido Leontini (Tom Lager), Stefano Satta Flores (Jimmy Salvozzo), Mario Pilar (Catanese, Tartaglioni), Fausto Tozzi (Tony Malonzo), Dada Gallotti, Bruno Boschetti, Franca Sciutto, Mario Danieli, Vincenzo Falanga, Luciano Dalla Pria Fotografia/Photography: Gabor Pogany Musica/Music: Bruno Canfora Costumi/Costume Design: Luciana Marinucci, Enrico Fiorentini Scene/Scene Design: Dario Micheli Montaggio/Editing: Alberto Gallitti Suono/Sound: Vittorio Trentino Produzione/Production: Produzioni De Laurentiis - International Manufacturing Compa, Produzioni Cinematografiche Inter. Ma. Co., Columbia Films, Paris Distribuzione/Distribution: Titanus censura: 62337 del 20-04-1973 Altri titoli: Ein Pate kommt selten allein Trama: Avendo assistito per caso a un regolamento di conti tra gangster, Nicola Boglione si rivolge a don Vito Correale, potente "boss", per averne protezione. Ma si è cacciato nella tana del lupo, poiché è stato proprio don Vito l'organizzatore del regolamento. Al povero Nicola non resta che fuggire, travestito da don Vito. Peggio di peggio: don Vito ha molti nemici, e Nicola sfugge per miracolo alla morte.
Ora don Vito, scoperte le prodigiose qualità d'imitatore di Nicola, lo assume come suo sosia: donde rinnovati pericoli per il nostro eroe, ma anche... qualche inopinata dolcezza sentimentale.
Il vero don Vito viene ucciso: ma Nicola è costretto a perpetuarne l'esistenza, per mantenere l'unità della "famiglia". Finché, acquisita finalmente la coscienza del proprio personale prestigio, egli non si decide a far morire "ufficialmente" don Vito (non prima di essersi nominato... erede universale) e ad assumere in proprio le redini della colossale impresa mafiosa, sulla quale d'ora in poi regnerà come "boss" incontrastato.
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