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Girolimoni - Il mostro di Roma (1972)

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Girolimoni - Il mostro di Roma (1972)



Regia/Director: Damiano Damiani
Soggetto/Subject: Fulvio Gicca-Palli, Enrico Ribulsi, Damiano Damiani
Sceneggiatura/Screenplay: Fulvio Gicca-Palli, Enrico Ribulzi, Damiano Damiani
Interpreti/Actors: Nino Manfredi (Gino Girolimoni), Guido Leontini (brigadiere Apicella), Orso Maria Guerrini (Gianni Di Meo, il giornalista), Anna Maria Pescatori (Armanda Tirabosco), Mario Carotenuto (Sterbini), Gianna Marelli (Rina Vescovado), Claudio Nicastro (Di Cesare, commissario colpevolista), Gabriele Lavia (Tarquinio Tirabosco), Spiga (Santicelli), Roberto Bruni (Cantini), Laura De Marchi (Bice Tirabosco), Eleonora Morana (Assunta), Carlo Alighiero (commissario Barrini), Luciano Catenacci (Benito Mussolini), Elio Zamuto (Italo Balbo), Umberto Raho (questore Angelini), Lisa Leonardi (Elide Jaccarino), Angela Covello (Sonia), Gianni Musy Glori (Roberto Farinacci), Renata Zamengo (Ernesta Mattei), Giuseppe Vicini (Spartaco Tirabosco), Luigi Antonio Guerra (uno della folla), Luigi Casellato (Romanutti), Fortunato Arena (Fortunato Arena), Vittorio Duse (direttore del "Messaggero"), Stefano Oppedisano (uno della folla), Ubaldo Granata (Bellicampi), Piero Morgia (Augusto Tirabosco), Valente Melù (maestra), Antonio Casale [Nino Casale] (Michele Schirra), Arturo Dominici (Jaccarino), Silvio Bagolini (Silvio), Franca Scagnetti (popolana)
Fotografia/Photography: Marcello Gatti
Musica/Music: Riz Ortolani
Costumi/Costume Design: Mario Ambrosino
Scene/Scene Design: Mario Celentano, Umberto Turco
Montaggio/Editing: Nino Baragli
Suono/Sound: Mario Celentano
Produzione/Production: Produzioni De Laurentiis - International Manufacturing Compa
Distribuzione/Distribution: C.E.I.A.D.
censura: 60992 del 16-09-1972
Altri titoli: Girolimoni, das Ungeheuer von Rom
Trama: Ordine, disciplina, tranquillità. Questo quadro idilliaco dell'Italia 1927 viene turbato da una serie di efferati delitti, compiuti a Roma da un misterioso individuo a danno di bambine: le rapisce, le sevizia, le uccide. L'opinione pubblica è esasperata e reclama un colpevole. Interviene lo stesso Mussolini. Il Mostro - così ormai lo chiamano - è inafferrabile. In realtà è un erbivendolo di Borgo, insospettabile perché in apparenza del tutto normale, e perché accuratamente coperto dall'omertà familiare. I sospetti si addensano, invece, ora su questo o su quello, talvolta con conseguenze drammatiche. Un giorno un marinaio tradito, per vendetta, accusa un certo Girolimoni: gli avrebbe insidiato la servetta. Un sottufficiale di polizia, zelante e desideroso di promozioni, costruisce un castello d'indizi attorno al Girolimoni, che viene arrestato e gettato in pasto alla stampa e alla pubblica opinione: il Mostro è lui. Ma il castello di accuse crolla rapidamente e Girolimoni viene rimesso in libertà. La brutta avventura è finita? No, continua; per tutta la vita Girolimoni verrà perseguitato dalla taccia attribuitagli in un momento di follia collettiva, e fino alla morte sarà, agli occhi di tutti, il Mostro di Roma.

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