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Tre nel Mille (1970)

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Tre nel Mille (1970)



Regia/Director: Franco Indovina
Soggetto/Subject: Luigi Malerba, Tonino Guerra
Sceneggiatura/Screenplay: Luigi Malerba, Tonino Guerra
Interpreti/Actors: Carmelo Bene ("Pannocchia"), Giancarlo Dettori ("Carestia"), Franco Parenti (''Fortunato"), Folco Lulli (re), Gabriella Giorgelli, Gordon Mitchell, Geoffrey Copleston, Philippe Hersent, Cosimo Cinieri, Federico Boido, Anna Maestri, Charles Rolands, Pietro Ceccarelli, Vincenzo Falanga, Voriano Ginesi, Rossano Jalenti, John Karlsen, Gianni Milito, Michele Passacantilli, Dino Ivaldi
Fotografia/Photography: Giulio Albonico
Musica/Music: Egisto Macchi, Ennio Morricone, Giorgio Nataletti
Costumi/Costume Design: Giulietta Deriu
Scene/Scene Design: Carlo Gentili, Mario Scisd
Montaggio/Editing: Roberto Perpignani
Suono/Sound: Goffredo Salvatori
Produzione/Production: Nexus Film, RAI-Radiotelevisione Italiana
Distribuzione/Distribution: Ital-Noleggio Cinematografico
censura: 56569 del 11-09-1970
Altri titoli: Storie nell'anno mille
Trama: Il film è ambientato nell'Italia dell'Anno Mille, nel quale le superstizioni e profezie annunciavano sarebbe avvenuta la fine del mondo. In questo periodo oscuro del Medio Evo, si inseriscono le peripezie di due poveri diavoli e di un cavaliere rimasto senza cavallo e senza armatura. La conoscenza tra loro avviene casualmente, al termine di una battaglia; ma da quel momento i tre - Fortunato Carestia e Pannocchia - decidono di restare insieme. Hanno fame: l'incontro fortuito con un carro di zingari suggerisce loro l'idea di impadronirsi con l'astuzia dei cibi e del cavallo. Purtroppo, però, l'avventura finisce in maniera imprevista: sono gli zingari che lasciano loro senza vestiti e senza scarpe. E' la prima di una serie di disavventure; più tardi, infatti, riusciranno a stento a salvarsi con la fuga dalle ire di un comandante di un castello assediato, il quale, dopo aver convinto Fortunato a "prestargli" il braccio destro che aveva perso in battaglia, pretendeva che questi novello "Muzio Scevola", mettesse la mano sul fuoco per dimostrare la propria lealtà al principe.

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