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Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa (1970)

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Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa (1970)



Regia/Director: Marcello Fondato
Soggetto/Subject: Marcello Fondato
Sceneggiatura/Screenplay: Marcello Fondato
Interpreti/Actors: Monica Vitti (Maria Sarti, poi Ninì Tirabusciò), Gastone Moschin (Mariotti, delegato di polizia), Pierre Clémenti (Francesco, poeta), Peppino De Filippo (giudice), Carlo Giuffrè (Antonio, musicista), Sylva Koscina (baronessa di Valdarno), Salvo Randone (Baby Marini), Claude Rich (Paolo di Sergeno), Nino Taranto (Ciccio, alias Mohamed Alì, illusionista), Ennio Balbo (generale), Lino Banfi (Nicola Maldacea), Bruna Cealti, Michele Cimarosa, Bruno Cirino, Luigi De Filippo, Ugo D'Alessio, Fanfulla (proprietario del Café Chantant), Angela Luce (partener di Nando), Elisa Mainardi (prostituta), Marisa Merlini (signora), Rosita Pisano, Mario Siletti, Gianni Solaro, Toni Ucci (Nando), Luigi Izzo
Fotografia/Photography: Carlo Di Palma
Musica/Music: Carlo Rustichelli
Costumi/Costume Design: Adriana Berselli
Scene/Scene Design: Flavio Mogherini
Suono/Sound: Mario Celentano
Montaggio/Editing: Sergio Montanari
Produzione/Production: Clesi Cinematografica
Distribuzione/Distribution: Euro International Films
censura: 57130 del 24-10-1970
Altri titoli: Nini Tirebouchon
Trama: Ninì Tirabusciò, "La donna che inventò la mossa". La "mossa" è quel colpo di coda, meglio, quel colpo di fianchi che ballerine e sciantose di una volta davano per eccitare il pubblico del café chantant. Voluta o involontaria, la "mossa" entrò nella storia del teatro gaio italiano (ancora oggi c'è qualche attrice o ballerinetta che se ne ricorda e continua con grazia la tradizione). Ma nel film di Marcello Fondato, interpretato dalla sempre brillante Monica Vitti "mossa" e Ninì Tirabusciò non sono soltanto teatro o café chantant, si legano e si intrecciano con la storia d'Italia, dall'attentato dell'anarchico Bresci, alle agitazioni, ai primi timidi scioperi, all'interventismo precedente il '15-'18, al futurismo di Marinetti, alle poesie di Bovio e di Di Giacomo, agli ufficialetti che andavano a morire in guerra felici, dopo aver assistito ad uno spettacolo di Ninì Tirabusciò. (La quale ripercorre le tappe della storia, entrando in un teatro o uscendo di prigione, compagna e nemica di un commissario di PS che, con lei simbolicamente rappresenta l'Italia: da una parte l'austerità e l'ordine, dall'altra la gioia di vivere e l'incoscienza di sempre).

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