La femme infidèle [Stéphane, una moglie infedele] (1968)
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Regia/Director: Claude Chabrol Soggetto/Subject: Claude Chabrol Sceneggiatura/Screenplay: Claude Chabrol, Sauro Scavolini Interpreti/Actors: Stéphane Audran (Hélène), Michel Bouquet (Charles), Maurice Ronet (Victor), Michel Duchaussoy (poliziotto Duval), Guy Marly (poliziotto Gobet), Serge Bento (detective), Donatella Turri (Brigitte), Giovanni Di Napoli (Michel), Henri Marteau (Paul), Louise Chevalier (domestica), François Moro-Giafferi [François Giafferi] (Frédéric), Jean-Marie Arnoux (falso testimone), Michel Charrel (agente di polizia), Louise Rioton (nonna), Dominique Zardi (camionista), Henri Attal (uomo mal rasato), Abert Miesky Fotografia/Photography: Jean Rabier Musica/Music: Pierre Jansen Costumi/Costume Design: Maurice Albray Scene/Scene Design: Guy Littaye Montaggio/Editing: Jacques Gaillard Suono/Sound: Guy Chichignoud Produzione/Production: Cinegai, Films La Boëtie, Paris Distribuzione/Distribution: Delta Film Distribuzione censura: 52905 del 28-12-1968 Altri titoli: La Femme infidèle, La Femme infidèle, Unfaithful, Stéphane, una moglie infedele Trama: Una tranquilla vita borghese: lui dirigente di una compagnia di assicurazioni, lei "casalinga" in una bella villa con ampio parco, un figlio. Tutto sembra procedere nel modo migliore, al più alto livello, ma qualcosa non quadra. Charles ha dei sospetti, guarda la moglie che si allontana lungo il "boulevard" e vorrebbe essere certo che va dal "coiffeur" o dalla sarta. Dopo una telefonata di controllo, ecco l'incarico ad una persona di fiducia, che conferma i sospetti con tanto di foto di Victor, il terzo vertice del triangolo. Il colpo è duro, Charles ama molto Stephane e non la vuole perdere. E' anche un gentiluomo, e va a parlare con l'antagonista, ma a un certo punto il furore prevale sulla gentilezza e Charles uccide Victor, avendo cura di far scomparire ogni traccia del delitto. Verrà arrestato, ma l'amore per Stephane ne uscirà esaltato.
Una vicenda ricca di suspence e rivolti psicologici, che conferma le doti di Chabrol come narratore raffinato.
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