La pecora nera (1968)
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Regia/Director: Luciano Salce Soggetto/Subject: Ennio De Concini, Luciano Salce, Adriano Baracco Sceneggiatura/Screenplay: Ennio De Concini, Luciano Salce, Adriano Baracco Interpreti/Actors: Vittorio Gassman (on. Giulio Agosti/Filippo), Lisa Gastoni (Alma), Adrienne La Russa (Kitty), Ettore G. Mattia (ministro), Antonio Centa (comm. Mannocchi), Umberto D'Orsi (Roberto Franceschini), Giampiero Albenini (un senatore), Fiorenzo Fiorentini (commissario), Ennio Balbo (padre di Alma), Eugene Walter, Michel Bardinet, Marisa Fabbri, Antonella Della Porta, Donatella Ceccarello, Tullio Altamura, Guido Spadea, Leonardo De Fraia, Giuseppe Terranova, Ivan Giovanni Scratuglia, Origene Luigi Soffrano [Jimmy il Fenomeno], Giuseppe Sorrentino, Cesare Gelli, Liliana Paoli, James Riley, Jeanine Handy, Christopher Hodge Fotografia/Photography: Aldo Tonti Musica/Music: Luis Enriquez Bacalov Costumi/Costume Design: Luca Sabatelli Scene/Scene Design: Franco Bottari Montaggio/Editing: Marcello Malvestito Suono/Sound: Vittorio Massi Produzione/Production: Fair Film Distribuzione/Distribution: Ital-Noleggio Cinematografico censura: 52622 del 25-10-1968 Trama: La vocazione satirico, moralistica di Luciano Salce è confermata da questo film, grottesco e amaro, che prende spunto dal rapporto antitetico tra due gemelli, identici nel fisico. L'uno è deputato integerrimo, messo a capo di una commissione d'inchiesta sulla pubblica moralità; l'altro uno sciagurato imbroglione, pronto a qualsiasi bassezza per far quattrini. La spunta, secondo la visione pessimistica delle nostre cose che di Salce è tipica, quest'ultimo, che indosserà a vita i panni di giudice comportandosi ingiustamente. L'altro, onesto fino in fondo, finirà in manicomio.
Con la presenza di un "doppio" Gassman, impegnato fino in fondo nel suo miglior repertorio, Salce tira fendenti a destra e sinistra contro la classe dirigente italiana. Il riso è quello del "castigat mores"; un filo di speranza è solo nella conclusione, con la moglie che rifiuta di seguire il cognato. Le donne, insomma sono un po' meno peggio degli uomini.
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