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Ho! [Criminal Face] (1968)

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Ho! [Criminal Face] (1968)



Regia/Director: Robert Enrico
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Pierre Pelegri, Lucienne Hamon, Robert Enrico
Interpreti/Actors: Jean-Paul Belmondo (François detto Holin), Johanna Shimkus (Benedicte), Sidney Chaplin (Canter), Alain Mottet (commissario Paul), Paul Crauchet (Gabriel Briand), Raymond Bussières (Robert), André Weber (Bonbon, il clochard), Tony Taffin (Scwhartz sr.), Stéphane Fey (Scwhartz jr.), Ermanno Casanova (detenuto), Jacky Rollin (Mado), Léon Zitrone (se stesso), Jean-Pierre Bertrand, Stan Dylik (detenuto), Bob Ingarao (Schneider), Jacques Lalande (impiegato banca), Vincent Lomonaco, Guy Mazière, Pierre Leproux (Roger), Sylvain Levignac (autista), Carlo Nell (corridore automobilista), Jean-Paul Tribout (Falsten), Dominque Zardi (medico del carcere), Maurice Auzel (uomo del convoglio), Jean-Pierre Castaldi (amico di Bénédicte), François Dyreck (tipografo), Marius Gaidon (automobilista rapito), Jacques Jeannet (impiegato alla cancelleria), Patrick Préjean (impiegato al giornale), Jean-Louis Tristan (domestico in casa di Bénedicte), Henri Czarniak (guardiano del carcere), Jean Luisi (guardiano del carcere), Tony Roedel (guardiano del carcere), Hervé Sand (guardiano del carcere), Gilbert Servien (guardiano del carcere), Corinne Gorce, Katy Line
Fotografia/Photography: Jean Boffety
Musica/Music: François de Roubaix
Scene/Scene Design: Jacques Saulnier
Montaggio/Editing: Jacqueline Meppiel, Michel Lewin
Suono/Sound: René C. Forget
Produzione/Production: Mega Film, Films Marceau-Cocinor, Paris, Filmsonor, Paris
Distribuzione/Distribution: Panta Cinematografica
censura: 52764 del 20-11-1968
Altri titoli: Criminal Face (Storia di un criminale), Ho! "Criminal Face", Ho!
Trama: Un giovanotto che si fa chiamare "Ho" viene assunto come autista da una "gang" di banditi. Sotto lo pseudonimo si nasconde un corridore automobilista, che per avere (interessatamente) troppo rischiato, ha ucciso in gara il suo migliore amico, ed è stato respinto come assassino dal pubblico e dal mondo dei motori. Una volta nel "giro", Ho decide di mettersi in proprio, ma i suoi colpi ben riusciti danno fastidio ai gangster che, dandogli la caccia, uccidono la ragazza di cui Ho è innamorato. Ferito ancora una volta nei suoi sentimenti, Ho riesce ad uccidere i due capibanda prima di finire nelle mani della polizia. E' un felice ritorno per Belmondo; che ritroviamo in un ruolo non molto dissimile da quello che lo lanciò (in "Fino all'ultimo respiro") . Quanto al regista Enrico, si conferma uno tra i più maturi e accorati narratori di vicende poliziesche, ove la violenza uccide il sentimento. Un film mozzafiato e commovente, insomma.

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