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Angélique et le Sultan [Angelica e il Gran Sultano] (1968)

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Angélique et le Sultan [Angelica e il Gran Sultano] (1968)



Regia/Director: Bernard Borderie
Soggetto/Subject: opera
Sceneggiatura/Screenplay: Pascal Jardin, Bernard Borderie, Francis Cosne
Interpreti/Actors: Michèle Mercier (Angelica), Robert Hossein (Joffrey de Peyrac), Jean-Claude Pascal (Osman Ferradji), Helmut Schneider (Colin-Paturel), Jacques Santi (Vateville), Roger Pigaut (Escrainville), Ettore Manni (Jason), Manja Golec (prigioniera), Mohamed Kouka, Arturo Dominici (Mezzo-Morte), Aly Ben Ayed (sultano), Erno Crisa (ambasciatore turco), Bruno Dietrich (Coriano), Poldo Bendandi [Leopoldo Bendandi], Henri Cogan (Simon Bolbec), Wilma Lindamar, Claudio Privitera, Gaby Messe, Emilio Massina (guardia dell'ambasciatore), Samia Gali (Aicha)
Fotografia/Photography: Henri Persin
Musica/Music: Michel Magne
Costumi/Costume Design: Rosine Delamare, Annalisa Nasalli Rocca
Montaggio/Editing: Christian Gaudin
Suono/Sound: Antoine Petitjean, Antoine Petitjean
Produzione/Production: Fono Roma, C.I.C.C., Paris, Cinéphonic, Paris, Francos Films, Paris, Gloria Film, München, Temini-A.B.C., Tunis, Films Borderie, Paris
Distribuzione/Distribution: Rank Film
censura: 51016 del 02-03-1968
Altri titoli: Angelica e il Gran Sultano, Angélique und der Sultan
Trama: Quinta fase delle avventure della bella Angelica che, regolarmente, dalle pagine scritte da Anne e Serge Golon passano sullo schermo. L'inizio è marino con il conte di Peyrac che insegue col suo tre alberi la nave dei rapitori. Abbordata la nave, Angelica non si trova. E' già in marcia a tappe forzate verso l'harem del re di Meknès che ha la prerogativa di avere due vivai femminili: uno di prima e l'altro di seconda categoria. Angelica è, naturalmente, destinata al primo, ma dato che recalcitra, una breve sosta nel secondo è opportuna. Intanto i tempi incalzano. Al rifiuto di giacere col re, questi fa frustare Angelica in aiuto della quale si muove uno schiavo cristiano. Il suo eroismo sarà fortunato e inutile perché nel frattempo il conte di Peyrac, giocando d'astuzia, in cambio della formula della pietra filosofale, ottiene dal re la liberazione di Angelica.

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