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La cintura di castità (1967)

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La cintura di castità (1967)



Regia/Director: Pasquale Festa Campanile
Soggetto/Subject: Ugo Liberatore
Sceneggiatura/Screenplay: Luigi Magni, Larry Gelbart
Interpreti/Actors: Monica Vitti (Boccadoro), Tony Curtis (Guerrando da Montone), Hugh Griffith (Ibn-el-Rashid), John Richardson (Dragone/Ludovico II), Ivo Garrani (duca Pandolfo), Nino Castelnuovo (Marculfo), Francesco Mulè (Rienzi, il consigliere), Franco Sportelli (Bertuccio, il guardaboschi), Gabriella Giorgelli (moglie di Pandolfo), Umberto Raho (monaco), Mimmo Poli (diavolone), Leopoldo Trieste (pescatore), Mirella Palmich, Ugo Adinolfi (eremita), Dada Gallotti, Franco Fantasia (armigero presente all'investitura di Guerrando), Piero Gerlini (mugnaio), Milena Vukotic (dama che aiuta Boccadoro)
Fotografia/Photography: Carlo Di Palma
Musica/Music: Riz Ortolani
Costumi/Costume Design: Danilo Donati
Scene/Scene Design: Piero Poletto
Montaggio/Editing: Gabrio Astori
Suono/Sound: Aurelio Verona
Produzione/Production: Julia Film
Distribuzione/Distribution: Titanus
censura: 50081 del 16-10-1967
Altri titoli: The Chastity Belt, On My Way to the Crusades I Met a Girl Who..., Der Keuschheitsgürtel
Trama: In chiave soprattutto libertina, ma con qualche più serio ammiccamento alla dignità della donna e alla superiorità eterna dell'amore sulla guerra, sono narrate le avventure del nobile Guerrando e della contadina Boccadoro, che rifiuta d'essere soltanto un corpo al servizio del padrone. Quando Guerrardo la sposa pur di possederla, lo tiene sulla corda in penitenza finché il richiamo delle Crociate frena i loro amorosi ardori. Rivestita proditoriamente della cintura di castità, Boccadoro segue il marito in guerra per farsi togliere l'odioso strumento di schiavitù, ma anche per stargli vicino. Prigionieri dei saraceni, i due ne passano di tutti i colori, ma finalmente la "chiave" giusta è ritrovata. Il film appartiene a un festoso genere fortunato, i cui prototipi sono da una parte il "Brancaleone" e dall'altra "Una vergine per il principe". Curtis è attendibile nella barba e i panni dell'italiano medioevale.

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