Il ratto delle Sabine (1961)
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Regia/Director: Ernst Deutsch [Richard Pottier] Soggetto/Subject: Edoardo Anton, Carlo Infascelli Sceneggiatura/Screenplay: Edoardo Anton, Carlo Infascelli Interpreti/Actors: Roger Moore (Romolo), Mylène Demongeot (Rea), Georgia Moll (Lavinia), Scilla Gabel (Dusia), Marino Masè (Lino), Jean Marais (Marte), Rosanna Schiaffino (Venere), Folco Lulli (re Tito Tazio), Luisa Mattioli (Silvia), Francis Blanche (Mezio), Nietta Zocchi (Ersilia moglie di Tito), Dina De Santis (Marzia), Claude Conty (Numa Pompilio), Walter Barnes (Stilicone), Dada Gallotti (Flaminia), Lino Basile, Peter Dobric (Tarquinio), Mariangela Giordano, Aldo Cecconi, Franco Abbina, Toni Basile, Nicola Stefanini [Niksa Stefanini] Fotografia/Photography: Adalberto Albertini Musica/Music: Carlo Rustichelli Costumi/Costume Design: Adriana Spadaro Scene/Scene Design: René Renoux, Pierre Tyberghein, Lamberto Giovagnoli Montaggio/Editing: Enzo Alabiso, Yvonne Martin Produzione/Production: Fi.C.It. - Finanziaria Cinematografica Italiana, C.F.P.I., Paris, Dubrava Film, Zagreb Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali censura: 35957 del 09-11-1961 Altri titoli: L'enlèvement des Sabines Trama: La penuria di donne spinge gli abitanti della neonata Roma a cercare moglie tra le confinanti popolazioni sabine. Romolo ed i suoi seguaci organizzano così una festa nella piccola cittadina di Curi, alla quale invitano gli ignari vicini Sabini offrendo loro abbondantemente da mangiare e, soprattutto, da bere. Quando tutti gli ospiti sono ubriachi, gli astuti Romani rapiscono le fanciulle sabine. Tito Tazio, il re dei Sabini, decide di lavare nel sangue l'onta subita: mobilita così le sue schiere preparandole ad attaccare Roma. Quando già si sta per scatenare l'offensiva nemica, da Roma trapela la notizia che è nato il primo bimbo concepito tra un romano, Lino, e una sabina, la bella Lavinia, figlia proprio di Tito Tazio. La commozione s'impossessa del re sabino, le donne colgono al volo l'occasione per chiedere l'immediata cessazione di tutte le ostilità tra i loro mariti romani da una parte e i loro padri e fratelli sabini dall'altra. La pace ritrovata viene festeggiata con un festoso baccanale. In mezzo a tanta allegria, l'unico volto triste è quello del re e fondatore di Roma, Romolo. Egli è infatti innamorato della bella vestale Rea, ma questo gli impone la scelta tra due soluzioni, entrambe dolorose: dimenticarsi della bella vestale oppure lasciare il trono. Alla fine Romolo fa prevalere l'amore e lascia di nascosto la città con l'amata Rea. Così, a Roma assurge al trono Numa Pompilio, che per spiegare la scomparsa del predecessore afferma di averlo visto salire verso il cielo sul carro di fuoco di Marte.
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