Costantino il Grande (1961)
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Regia/Director: Lionello De Felice Soggetto/Subject: Fulvio Palmieri, Ennio De Concini, Franco Rossetti, Guglielmo Santangelo, Ennio De Concini, Lionello De Felice, Ernesto Guida, Franco Rossetti, Guglielmo Santangelo Sceneggiatura/Screenplay: Ennio De Concini, Fulvio Palmieri, Franco Rossetti, Ernesto Guida, Lionello De Felice, Guglielmo Santangelo Interpreti/Actors: Cornel Wilde (Costantino), Belinda Lee (Fausta), Massimo Serato (Massenzio), Elisa Cegani (Elena), Fausto Tozzi (Adriano), Christine Kauffmann (Livia), Carlo Ninchi (Costanzo Cloro), Vittorio Sanipoli (Apuleio), Tino Carraro (Massimiano), Nando Gazzolo (Licinio), Loris Gizzi (giudice), Enrico Glori (padre coscritto), Annibale Ninchi (Diocleziano), Jole Mauro (Cecilia), Nando Tamberlani (Statilio), Lia Angeleri (Clelia), Raimondo Van Riel [Rodolfo Van Riel] (vecchio cristiano), Renato Terra Caizzi [Renato Terra] (Amodio), Gino Scotti (sacerdote alle nozze), Fedele Gentile (carceriere), Giuseppe Addobbati, Spartaco Nale, Ugo Sasso, Franco Fantasia (ufficiale romano consigliere), Mario Meniconi (altro carceriere), Gino Marturano (scultore), Piero Giagnoni (Demetrio) Fotografia/Photography: Massimo Dallamano Musica/Music: Mario Nascimbene Costumi/Costume Design: Giancarlo Bartolini Salimbeni Montaggio/Editing: Mario Serandrei, Gabriele Varriale Suono/Sound: Raffaele Del Monte Produzione/Production: Jonia Film, Dubrava Film, Zagreb Distribuzione/Distribution: Indipendenti Regionali censura: 33958 del 31-01-1961 Altri titoli: Constantine and the Cross, Costantino el Grande, Constantine the Great, Konstantin veliki, Konstantin der Grosse Trama: Nel 303 d.c. Costantino, accompagnato dall'amico Adriano, torna a Roma per il grandioso trionfo celebrato dall'imperatore Diocleziano per sancire la raggiunta pace e il culmine dell'impero. Costantino torna dalla Gallia dove ha combattuto i Britanni al seguito del padre, Costanzo Cloro, il Cesare d'Occidente della tetrarchia voluta dall'Imperatore. Nella Caput Mundi Costantino si deve guardare dall'odio nutrito nei suoi confronti da Massenzio, figlio dell'imperatore Massimiano, l'Augusto d'Occidente, e fratello di Fausta, sua promessa sposa: Massenzio non tollera che il suo futuro cognato sia favorevole ai cristiani. Nel 305 Diocleziano abdica, ritirandosi a vita privata, ed impone al nolente Massimiano di fare altrettanto: i loro posti di Augusti Imperatori vengono presi dai rispettivi Cesari, Galerio e Costanzo Cloro. Quest'ultimo l'anno seguente muore nella battaglia contro i Pitti e gli Scoti, e le Legioni di Britannia proclamano Imperatore d'Occidente suo figlio Costantino. Ma questi non viene riconosciuto dall'Imperatore d'Oriente Galerio, suocero di Massenzio il quale ne approfitta subito per farsi acclamare dalle Legioni d'Italia Imperatore d'Occidente in nome del predecessore, suo padre Massimiano, vendicandosi così di non essere stato incluso tra i successori nella tetrarchia. Massenzio organizza poi un complotto per far uccidere Costantino; la congiura viene sventata, Costantino viene salvato da alcuni cristiani, ma Adriano rimane ferito e Costantino lo affida alle cure di una famiglia cristiana, dove conosce Livia, di cui s'innamora. Ma l'acclamato Augusto per le Gallie, deve partire per Treviri., dove lo aspettano le sue legioni. Costantino combatte con successo sia i nemici esterni dell'impero, come i Franchi e gli Alemanni, sia quelli interni che gli insidiano il potere nella tetrarchia. Come Massimiano, che nel 308 si è riunito con Diocleziano e Galerio, dichiarando Cesare d'Oriente Licinio. Costantino stringe subito un'alleanza con quest'ultimo e cerca di fare altrettanto con Massimiano, sposandone la figlia Fausta. Ma Massimiano congiura invece contro di lui e cerca di assassinarlo. Scoperto, si suicida. Con la morte di Massimiano e, l'anno seguente 311, con quella di Galerio, lo scontro tra Costantino e Massenzio è ormai inevitabile, e inevitabilmente avviene a Roma, nel 312. Il primo tra i contendenti la notte prima della battaglia riceve un segno divino: una croce infuocata che reca la scritta "in hoc signo vinces". Al mattino le legioni si scontrano nei pressi di ponte Milvio, in una sanguinosissima battaglia: Costantino sbaraglia Massenzio, che muore nelle acque del Tevere. Proclamato unico Imperatore, Costantino riabbraccia la moglie Fausta; quindi, l'anno seguente, promulga l'editto di Milano con cui, ammettendo il cristianesimo come libera religione, pone fine alle persecuzioni dei cristiani e può così finalmente conoscere sua madre Elena, che suo padre Costanzo Cloro aveva dovuto ripudiare perché cristiana.
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