Il corazziere (1960)
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Regia/Director: Camillo Mastrocinque Soggetto/Subject: Alessandro Continenza [Sandro Continenza], Dino Verde Sceneggiatura/Screenplay: Alessandro Continenza [Sandro Continenza], Dino Verde, Luigi Magni, Manlio Scarpelli Interpreti/Actors: Renato Rascel (Ubaldo Marangoni), Claudia Mori (Mirella Lanfranchi), Tino Buazzelli (Quirino Lanfranchi, gerarca), Carlo Giuffrè (fascista), Carlo Pisacane (Achille), Osvaldo Ruggeri (Cesare), Mino Doro (federale), Anna Maria Bottini (signora Lanfranchi), Mario Castellani (uff. giudiziario), Gianni Solaro (capo manipolo), Mimo Billi (violinista), Tom Felleghi (brigadiere), Nino Fuscagni, Tino Bianchi (colonnello carabinieri), Aldo Bufi Landi (capitano carabinieri), Giacomo Furia (Macchione, colonnello italo americano), Stefano Sibaldi (ministro del re), Rosalba Neri (giovane italiana), Peppino De Martino, Mario De Simone (carabiniere Carbone), Gianni Partanna (magiordomo ministro), Tom Felleghi (brigadiere Grimaldi), Franco Ressel (primo ufficiale tedesco), Gerhard Herter (secondo ufficiale tedesco) Fotografia/Photography: Mario Montuori Musica/Music: Armando Trovajoli Costumi/Costume Design: Dina Di Bari Scene/Scene Design: Piero Filippone Montaggio/Editing: Adriana Novelli Suono/Sound: Giulio Tagliacozzo Produzione/Production: Titanus Distribuzione/Distribution: Titanus censura: 33449 del 30-11-1960 Trama: Roma 1935. Urbano Marangoni ha un unico sogno, quello di vestire la rutilante uniforme da corazziere come suo padre, ma è un sogno impossibile perché l'uomo è stato riformato alla leva militare per la sua statura decisamente bassa. Innamoratosi della bella Mirella, si vede rifiutare la sua mano dal padre, il gerarca fascista Quirino Lanfranchi, che in un'Italia in cui "la divisa fa l'uomo" mai vorrebbe come genero un mezzo uomo. Deluso ed avvilito, Urbano partecipa come combattente non più riformato a tutte le guerre dell'Italia "imperiale", dalla campagna d'Africa fino alla spedizione in Russia del 1942, indossando tutte le divise ma non quella sognata. Caduto il fascismo il 25 luglio 1943, viene scambiato per un accanito fascista. Ma lo salva l'intervento dell'ex gerarca Lanfranchi, il quale ha cambiato bandiera in tempo opportuno. Urbano riesce così a sposare l'amata Mirella, ma appena uscito di chiesa viene rapito e portato al Quirinale, costretto a fare la controfigura di Vittorio Emanuele III per ingannare i tedeschi e favorire la fuga del re a Brindisi. Per ricompensa, gli viene concessa la nomina, solo onorifica, a corazziere. Nomina che gli viene subito revocata alla proclamazione della Repubblica nel 1946. Urbano reclama d'essere corazziere per davvero e chiede giustizia, ma finisce per questo in manicomio. Libero qualche anno dopo, Urbano riesce finalmente a realizzare il suo sogno con l'avvento della televisione: indossa infatti l'elmo crinito e la divisa di corazziere, anche se solo a mezzo busto davanti le telecamere per fare la pubblicità ad un formaggio.
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